Cosa bisogna sapere sulle Linee Vita
   |   Ricevi informazioni sui convegni per Progettisti e Installatori
 Sistemi di protezione individuale

DPI

Per dispositivi di Protezione Individuale (DPI) si intende “qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo” (art. 74, comma 1 del D.Lgs. 9 aprile 2008, n.81).

I DPI devono essere adeguati alle condizioni presenti sul luogo di lavoro, ai rischi da prevenire e devono tener conto delle esigenze ergonomiche e della salute degli utilizzatori.

Dotati di marchio CE a garanzia della conformità ai requisiti essenziali di salute e sicurezza nel rispetto delle norme, i DPI sono suddivisibili in 3 categorie in base ai rischi:

  1. DPI contro rischi lievi, certificati dal produttore
  2. DPI contro rischi significativi (viso, braccia, mani), certificati da un organismo di controllo autorizzato
  3. DPI contro rischi gravi (vie respiratorie, agenti chimici aggressivi, cadute dall’alto), certificati da un organismo di controllo autorizzato e dal controllo della produzione.

I DPI per la protezione contro le cadute dall’alto appartengono alla terza categoria. Tali dispositivi sono obbligatori non solo per i lavori in copertura in cui sussista il pericolo di caduta, ma anche nel caso di lavori all’interno di pozzi o cisterne. Anche in questo ambito, infatti, qualora si verifichi un incidente, deve essere possibile recuperare l’operatore con facilità e nel minor tempo possibile.

I DPI sono soggetti a particolari procedure di certificazione CE e classificabili in relazione alle norme UNI EN che ne determinano la conformità.

UNI EN 361 – Imbracature

Le imbracature consentono di arrestare l’eventuale caduta dell’operatore permettendone gli spostamenti sulla copertura. Sono costituite da:

  • Imbracatura per il corpo, definita al punto 3.1 come il” supporto per il corpo che ha lo scopo di arrestare la caduta […]. L’imbracatura per il corpo può comprendere cinghie, accessori, fibbie o altri elementi disposti e montati opportunamente per sostenere tutto il corpo di una persona e tenerla durante la caduta e dopo l’arresto della caduta”.
  • Cinghie primarie, che sostengono il corpo o esercitano pressione su di esso durante la caduta e dopo l’arresto, e cinghie secondarie.

È importante definire i punti di ancoraggio e scegliere soltanto successivamente il tipo di imbracatura migliore da utilizzare. Quest’ultima, infatti, rappresenta l’ultimo componente del sistema anticaduta.


Linee Vita

UNI EN 358 – Cintura di posizionamento
La cintura di posizionamento è un dispositivo “progettato sia per assicurare in sicurezza l’utilizzatore sul punto di lavoro (posizionamento sul lavoto), che per impedire all’utilizzatore di raggiungere una posizione in cui possa verificarsi una caduta (trattenuta)” (UNI EN 358).

La norma non prevede, per questa tipologia di dispositivo, la soddisfazione dei requisiti per l’arresto della caduta (indossata all’altezza della vita, ha unicamente lo scopo di consentire il lavoro a mani libere in un punto fisso), quindi può essere necessario integrarne l’uso con dispositivi di protezione collettivi o individuali contro le cadute dall’alto.

La norma UNI EN 358 richiede la formazione e l’addestramento da parte degli utilizzatori.

UNI EN 355 – Assorbitori di energia
L’assorbitore di energia è definito nella norma UNI EN 355 come un “elemento o componente di un sistema di arresto caduta progettato per disperdere l’energia cinetica sviluppatasi nel corso di una caduta dall’alto [EN 363]”.

L’assorbitore può essere un componente, può essere integrato al cordino o può essere integrato all’imbracatura per il corpo. In base alle sue caratteristiche, l’assorbitore viene sottoposto a differenti prove delle prestazioni dinamiche con una massa pari a 100 Kg.

UNI EN 354 – Cordini
Il cordino è definito come un “elemento di collegamento o componente di un sistema di arresto caduta. Un cordino può essere costituito da una corda di fibra sintetica, una fune metallica, cinghia o catena [EN 363].

La norma UNI EN 354 prevede che le estremità del cordino siano dotate di terminali idonei con l’estremità della parte regolabile dotata di un fine corsa. “La lunghezza di un cordino fisso o regolabile che comprende l’assorbitore di energia, se applicabile, e i terminali, per esempio connettori o anelli, non deve essere maggiore di 2 m”. Tutti gli elementi metallici del cordino, inoltre, ad eccezione delle funi metalliche e delle catene, devono essere protetti contro la corrosione in conformità alla EN 362.

UNI EN 360 – Dispositivi anticaduta retrattili
Il dispositivo anticaduta di tipo retrattile è definito nella norma UNI EN 360 come un“dispositivo anticaduta dotato di funzione autobloccante e di sistema automatico di tensione e di ritorno del cordino, ovvero del cordino retrattile. Una funzione di dissipazione di energia può essere incorporata nel dispositivo stesso oppure un assorbitore di energia può essere incorporato nel cordino retrattile [EN 363].”

UNI EN 362:1992 – Connettori
Il connettore è un “elemento di collegamento o componente di sistema. Un connettore può essere un moschettone o un gancio.” (UNI EN 362:1992)

I ganci e i moschettoni sono dotati di un sistema di chiusura automatico, per evitare aperture involontarie durante l’utilizzo, e di un sistema di bloccaggio che può essere automatico o manuale. Le particolarei caratteristiche dei connettori garantiscono l’apertura degli stessi soltanto con almento due movimenti consecutivi e intenzionali.

 Rappresenta requisito fondamentale dei connettori anche la totale assenza di bordi a spigolo o ruvidi che con l’utilizzo potrebbero danneggiare le corde o le cinghie, causando danni all’utilizzatore in caso di incidente.

<<< indietro                                                                   avanti >>>

Sposored by